Rating aziendale

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A cosa serve il rating aziendale?

Introdotto dagli accordi di Basilea II – che hanno permesso alle banche di concedere crediti alle imprese in funzione del rating – il rating aziendale ha quindi l’obiettivo di indicare un valore che viene assegnato all’impresa su cui basarsi, prima di concedere un credito come azienda o anche come privato – Valutandone anticipatamente il grado di rischio di non vedere saldato il proprio capitale.

Questa tabella è la rappresentazione grafica internazionale dei diversi punteggi di un rating, espresso su una scala di 5 classi di rischio. Si va dalla massima affidabilità delle lettere tripla A in verde, al livello più basso, dove il rischio è troppo alto per consigliare un qualsiasi tipo di affidamento.

Ad ogni classe di merito creditizio corrisponde a livello statistico una probabilità di insolvenza. Ad esempio, guardando la tabella sotto riportata, nel caso 3BBB+ significa che su 100 aziende, con il medesimo rating, circa lo 0,13% hanno una probabilità di insolvenza (default) nei successivi 12 mesi.

Il rating aziendale dunque non è altro che un punteggio assegnato all’impresa che indica la probabilità di insolvenza. Ovviamente migliore sarà il rating (A) più facilmente l’azienda avrà condizione favorevoli nell’accedere a finanziamenti a tassi di interesse bassi e/o agevolati e meglio sarà vista da altri enti e aziende.

Come si calcola il rating di un’azienda?

L’indicatore di solvibilità in questione viene calcolato direttamente dagli istituti di credito, e in questo caso si parla di rating bancario, oppure da apposite agenzie di rating. Questi due operatori agiscono con metodi e metri di giudizio che differiscono in parte. Quindi le agenzie e gli istituti di credito possono dedurre risultati diversi, anche perchè le banche dispongono dei dati andamentali del conto corrente del soggetto da valutare.

Ma come si calcola effettivamente il rating di un’azienda?

Il calcolo segue una procedura molto complessa che varia in minima parte anche tra le diverse agenzie di rating. L’operazione si basa su studi statistici di tipo quantitativo e qualitativo, prendendo come riferimento parametri economico-finanziari, gestionali e organizzativi: si tratta di una procedura che prevede sia l’analisi delle caratteristiche economico-finanziarie dell’azienda (aspetti quantitativi), sia l’analisi del suo settore di appartenenza, della sua capacità di management  e della credibilità della sua attività (aspetti qualitativi).

 

Partendo dagli aspetti quantitativi (i quali derivano da elementi ufficiali e disponibili presso la camera di commercio)

Bilanci 
Nella maggior parte dei casi vengono presi in considerazione gli ultimi 3 anni, ma molte società di informazioni commerciali hanno all’interno della propria banca dati molte più annualità con cui poter effettuare un’analisi temporale anche storica. Viene effettuata una normale analisi di bilancio per visualizzare la situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa.

In particolare, vengono analizzati i seguenti parametri: – La liquidità: capacità dell’azienda a realizzare condizioni di equilibrio finanziario a breve e medio termine – La solidità: misura gli assetti aziendali, la consistenza di beni ed attività ed il rapporto di indebitamento rispetto ai mezzi propri – La “Redditività”: capacità dell’impresa di creare valore e conseguire profitto, remunerando in modo adeguato i capitali investiti nell’impresa – La Produttività: valutata sulla base di alcuni indici (ricavi pro-capite, rendimento dipendenti, valore aggiunto procapite, reddito operativo procapite) e confrontata con gli stessi indici di altre aziende del settore – L’area dello sviluppo che analizza le variazione di alcune voci di bilancio (fatturato, la produzione, i costi del personale, il reddito operativo ed il risultato finale di esercizio). E’ fondamentale per comprendere il trend di crescita o di recessione dell’azienda presa in assoluto e il settore di appartenenza.

Negatività (informazioni camerali)
Ovvero la verifica degli atti pregiudizievoli, procedure concorsuali e il controllo insolvenze, quindi tutti  dati ufficiali concernenti segnalazioni di elementi pregiudizievoli, protesti, procedure concorsuali in corso, etc. E’ importante indagare che l’azienda e/o i componenti del Consiglio di Amministrazione e/o i soci non risultino positivi alle negatività. Tali negatività devono essere assolutamente considerate in un sistema di rating aziendale e vanno ad incidere in modo pregiudizievole sulla valutazione finale.

 

Parlando degli aspetti qualitativi invece s’intendono tutti quegli aspetti che riguardano l’organizzazione, il comportamento e il settore di riferimento

Attraverso interviste all’azienda si indagano:

  • Andamento ed evoluzione dell’impresa
  • Organigramma aziendale
  • Business Plan
  • Presenza di eventuali controlli di gestione

Altri aspetti deducibili attraverso altri tipi di indagine

  • Mercato di riferimento ed evoluzione del settore
  • Notizie stampa

Una volta venuti a conoscenza della maggior parte di questi dati, le funzioni e gli algoritmi delle agenzie di rating effettuano il calcolo e lo analizzano tramite i loro esperti, confrontandoli anche con le aziende considerate maggiormente affidabili nel settore di riferimento. Un occhio umano, meglio se esperto e con anni di esperienza, è necessario se si vuole ottenere un giudizio corretto ed efficace. Sul mercato vengono offerti numerosissimi prodotti che realizzano tutto in automatico. Molto spesso funzionano e vanno bene, ma l’automatizzazione non è sempre la scelta più sicura. Per questo molte aziende, tra cui noi, offrono rapporti a valore aggiunto.

Come migliorare il rating aziendale?

Non sempre il rating della propria impresa rispecchia i suoi valori e soddisfa gli imprenditori e persone che ci lavorano. Nel peggiore dei casi questo può portare ad avere condizioni poco favorevoli relativamente a finanziamenti o ad una scarsa fiducia reciproca con clienti e fornitori.

Una soluzione a questa situazione è sicuramente quella di agire per migliorare il più possibile il punteggio di Rating. Meglio se preventivamente.

Non tutte le aziende possono permettersi una figura come un credit manager, addetto a alla gestione finanziaria dell’impresa, ma con qualche sforzo anche le piccole medie-imprese possono migliorare il proprio rating ponendo la giusta attenzione a questi punti:

  • Organizzare al meglio l’utilizzo dei fidi in essere, evitando di eccedere nella movimentazione;
  • Evitare gli “scoperto di conto”;
  • Rimborsare regolarmente le rate dei finanziamenti;
  • Evitare gli insoluti dai clienti;
  • Assicurarsi che vi sia un valido controllo di gestione;
  • Assicurarsi che esista un solido business plan;
  • Mantenere l’equilibrio tra risorse finanziarie proprie e di terzi.

Posso calcolare il Rating della mia azienda?

Chiunque può richiedere informazioni commerciali o un rating della propria azienda, quindi puoi certamente richiedere il rating della tua impresa. Conoscere i dettagli che concorrono ad assegnare il giudizio sulla tua azienda ti permette di fare scelte consapevoli e, come abbiamo visto sopra, di adottare qualche accorgimento per migliorare il punteggio.

Uno strumento come il nostro, che offre lo Studio Muzio Consulting, potrà fornirti un quadro complessivo dell’andamento della tua attività e vedere come gli altri la vedono da un punto di vista economico-finanziario. Non solo, potrai così avere una cognizione di causa maggiore quando e se chiederai un finanziamento.

Ecco una lista dei possibili benefici che potresti trarre dal conoscere il tuo rating:

  • Ottenere un nuovo finanziamento
  • Rinegoziare durata e interessi del proprio finanziamento
  • Accorciare le distanze con la tua banca, parlando lo stesso linguaggio
  • Certifica il miglioramento (se per esempio una impresa si è rinnovata dopo un periodo di difficoltà)
  • Certifica la solidità dell’impresa
  • Per proporsi a nuovi finanziatori
  • Ottenere la fiducia dei fornitori
  • Concludere più facilmente accordi con partner esteri
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